(A Rovigo il Sole sorge alle 7:51, transita al meridiano alle 12:17 e tramonta alle 16:43, mentre il giorno dura 8 ore 52 min. in crescita).

Quando ormai il Sole lentamente sta percorrendo il punto più basso dell’eclittica nella costellazione del Sagittario, si appresta a transitare lungo la sua orbita ellittica, nel punto più vicino al Sole (km. 147.100.616), detto Perielio. Quest'anno il passaggio al Perielio avverrà il 3 gennaio al mattino, esattamente alle ore 01:40 (TL) ora italiana.
 
L'orbita della Terra è un'ellisse poco eccentrica, dove il Sole occupa uno dei due fuochi ravvicinati tra loro. I due punti estremi di questa ellisse, il più vicino e il più lontano sono detti apsidi.
 
Afelio e Perielio
I punti di Perielio e Afelio attraversati dall'orbita della Terra (Custeped, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49671432)
 
 
Molti confondono il solstizio d'inverno che quest'anno è avvenuto il 22 dicembre alle ore 04:27 (TL), con il Perielio. In realtà sono due situazioni diverse e non legate fra loro. Il Perielio è un punto preciso dell'orbita terrestre, collocato alla minima distanza dal fuoco dove si trova il Sole. In pratica è il punto più vicino al Sole dell'orbita terrestre. Il solstizio è invece il punto più basso che il Sole raggiunge nel suo moto apparente annuale in cielo lungo l'eclittica e in quel giorno preciso compie dal sorgere al tramonto nel suo moto diurno lungo la volta celeste, un arco che è il più piccolo dell'anno e di conseguenza determina il giorno con meno ore di Sole. Questo effetto è dato dalla rivoluzione dell'asse terrestre inclinato di 23° 27' rispetto al piano orbitale Sole-Terra, attorno alla nostra stella. I due fenomeni accadono dai 10 ai 15 giorni di distanza fra loro.
 
Le posizioni di Perielio, Afelio, equinozi e solstizi (Gothika, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4308370)
 
 

La nostra distanza dal Sole e la velocità di rivoluzione della Terra cambiano ad ogni istante ed al Perielio si ha la distanza minima, pari a circa 147,1 milioni di km. e la velocità massima, circa 30,3 km./secondo. La Terra raggiunge questo punto ogni anno proprio ai primi di gennaio. Anche le dimensioni apparenti del disco solare varia tra perielio ed afelio, risultando domani circa il 3,3% più grande. Valore però, non apprezzabile ad una normale osservazione.

Marco Barella

Quali pianeti sono visibili nel 2024? Il diagramma riportato sotto ci aiuta a trovare la risposta: ogni riga rappresenta un mese, e per ogni mese vengono mostrate le altezze apparenti, in gradi, dei pianeti Marte, Giove e Saturno alle ore 23:00 di ogni giorno. Questi sono i pianeti che risultano facilmente visibili a occhio nudo; Mercurio e Venere sono vicini al Sole, per cui si vedono solo dopo il tramonto o prima dell'alba. Urano e Nettuno sono visibili solo al telescopio come puntini poco più brillanti di una stella.

Possiamo vedere che nel mese di gennaio 2024 il pianeta Giove sarà via via sempre più basso, fino a scomparire. Seguirà un lungo periodo, da febbraio a giugno 2024, in cui nessuno dei pianeti osservabili a occhio nudo sarà visibile alle ore 23:00. Durante questi mesi i visitatori dell'osservatorio avranno modo di esplorare la Luna (quando presente) e alcuni oggetti interessanti dello "spazio profondo" quali ammassi stellari, nebulose e stelle doppie.

A partire dal mese di Luglio 2024, Saturno inizierà pian piano a salire, seguito da Marte e Giove. Durante l'autunno 2024 tutti e tre saranno ben posizionati per essere osservati durante le aperture al pubblico del venerdì sera (meteo permettendo...).

Come sempre, vi invitiamo a venirci a trovare in occasione delle aperture al pubblico per esplorare con noi il cielo notturno.

 

(oggi il Sole nasce alle ore 7:48, culmina alle 12:11 e tramonta alle 16:34. Il giorno dura 8 ore e 46 minuti).

Da questa mattina venerdì 22 dicembre 2023 alle ore 03:27 TU (Tempo Universale), quindi ore 04:27 Italiane (Tempo medio Europa centrale), è avvenuto il solstizio sancendo ufficialmente l'inizio dell’inverno astronomico. Il Sole raggiungerà la sua massima distanza angolare al di sotto dell’equatore celeste (circa -23,27°), corrispondente alla minima altezza del suo percorso annuo nel cielo, lungo la linea dell’eclittica. L'arco apparente descritto in cielo dalla nostra stella, da sud-est a sud-ovest (foto 2 e 3), è ridotto al minimo, con il risultato di avere i giorni più corti dell’anno. C'è da dire però che la nostra stella alla sera ha già iniziato a ritardare lentamente il suo tramonto dal 19 dicembre, mentre al mattino continuerà ancora a ritardare il suo sorgere fino al 6 di gennaio. Il Sole nella giornata del 18 è passato dalla costellazione dell'Ofiuco a quella del Sagittario.

Contrariamente a quanto comunemente ritenuto, non è Santa Lucia (il 13) il giorno più corto dell'anno, ma per il 2023 sarà esattamente dal 23 al 25 dicembre. Infatti in questi giorni il guadagno serale andrà compensato dalla perdita mattutina. Il Sole ha già raggiunto il massimo anticipo serale tramontando alle 16:30 dal 6 al 18 dicembre, mentre raggiungerà il massimo ritardo mattutino sorgendo alle 7:51 dal 02 al 06 gennaio.

Per la mitologia il solstizio d’inverno, riveste un sapore magico. Mentre l'anno volge al termine e le notti si allungano, gettando le tenebre verso le ore di luce, il respiro della natura è sospeso, quasi fermo in attesa di un cambiamento, di una nuova rinascita. Ed ecco il solstizio, quel momento in cui, un nuovo Sole rinasce e dona alla natura energia allo scopo di generare nuova vita. In molte culture antiche il mito del solstizio invernale viene celebrato come un momento di passaggio, che pone termine al minaccioso progredire delle tenebre.

(Orari del sorgere e del tramontare riferiti alla località di Rovigo)

M. Barella

L'asteroide 1996 OP2 è stato intitolato al nostro direttore scientifico Roberto Ragazzoni, e quindi da oggi si chiamerà "10590 Ragazzoni". La notizia ufficiale è uscita sul numero 17 del bollettino dell'Unione Astronomica Internazionale, scaricabile a questo indirizzo.

L'asteroide 10590 Ragazzoni è stato scoperto nel 1996 dagli astronomi Andrea Boattini e Andrea di Paola; appartiene alla fascia principale degli asteroidi compresa tra le orbite di Marte e Giove, e ha un diametro di poco meno di 4 Km. Compie un'orbita completa attorno al Sole in poco meno di 4 anni terrestri, e fortunatamente per ora non è considerato un pericolo per il nostro pianeta.

Roberto Ragazzoni è professore ordinario di Astronomia all'Università di Padova, accademico dei Lincei, accademico dei Concordi, direttore dell'INAF di Padova, direttore scientifico dell'osservatorio astronomico "Vanni Bazzan" di S. Apollinare e uno dei soci fondatori del Gruppo Astrofili Polesani. Vincitore del premio "Wolfgang Pauli" nel 2002 e del premio Feltrinelli. nel 2006. Responsabile dei telescopi delle missioni PLATO e CHEOPS, è tra i massimi esperti mondiali nella progettazione e costruzione di strumentazione astronomica innovativa e di ottica adattiva.

Complimenti a Roberto per il prestigioso riconoscimento!

 

 

Scopri il cielo invernale con il nostro volantino, che potete ottenere durante le aperture al pubblico del venerdì sera oppure direttamente qui in formato pdf.

 

 

 

Tra verità, leggenda, storia e detti popolari

Tutto parte con il giorno di Santa Lucia, per attraversare Natale, Capodanno e concludersi con l'Epifania. Giorni di feste, di ricorrenze religiose, di riti pagani legati al ciclo della natura, ma tutto si rifà alla luce e al nostro Sole che la diffonde. Da sempre l'uomo è influenzato nella sua vita dal clima, dalle stagioni e dalla posizione del Sole in cielo. Proprio in questo periodo non a caso, la posizione orbitale della Terra rispetto al Sole determina il perielio e il solstizio invernale che ne influenza la lunghezza del giorno.

Il solstizio si verifica quando il Sole nel suo percorso apparente nel cielo raggiunge la declinazione minima (in inverno) e la massima (in estate), in quanto l'asse terrestre possiede un'indicazione rispetto al piano orbitale del sistema solare, pari a 23° 26'. Il solstizio d'inverno in pratica si verifica attorno al 21 dicembre, quando il Sole raggiunge apparentemente, nelle ore centrali della giornata, la minima altezza nel cielo boreale (circa 23°) rispetto l'orizzonte.

Il perielio invece è il punto di minima distanza tra il Sole e un corpo che gli ruota attorno in un'orbita ellittica o iperbolica e si verifica nei primi giorni di gennaio. La rotazione della Terra sul proprio asse, mentre compie una rivoluzione attorno al Sole ne determina il sorgere e il tramontare, quindi la lunghezza del giorno e della notte. Interessante notare che se si mettono assieme tutti questi dati numerici in un grafico, risulta evidente che i vari minimi non sono raggiunti nello stesso istante. È subito chiaro che quest'anno la durata minima del giorno è pari ad 8 ore e 44 minuti e si manifesta tra il 23 e il 25 dicembre compresi, appena dopo il solstizio e il giorno di Natale, mentre il tramonto più anticipato è alle 16:30 e si verifica fra il 6 e il 18 dicembre compresi mentre il sorgere più anticipato è alle 7:51 e si verifica fra il 2 e il 6 gennaio compresi. Quindi analizzando semplicemente questi dati riportati in grafico è subito dimostrato che la notte più lunga che ci sia e il giorno più corto dell'anno non avvengono il giorno di Santa Lucia ma ben 10/12 giorni dopo, a cavallo del solstizio.

Il detto popolare comunque una verità la tramanda raccontandoci una storia del passato, in un'epoca lontana in cui l'anno non era ancora misurato perfettamente come oggi e decenni dopo decenni le stagioni anticipavano sempre di più. Ci volle la grande riforma del calendario gregoriano, infatti nel 1500 la notte di Santa Lucia 12/13 dicembre coincideva con il solstizio d'inverno. Nel 1582 Papa Gregorio XIII fece una radicale riforma modificando il calendario per evitare di ritrovarsi in futuro nella medesima situazione. Fu così che a giovedì 4 ottobre (giuliano) fece seguito venerdì 15 ottobre (gregoriano) 1582 nei paesi italiani, in Francia, in Spagna, in Portogallo, in Polonia, in Lituania, in Belgio, nei Paesi Bassi e in Lussemburgo.

Marco Barella

Dati locali di alba, tramonto e durata del giorno a Rovigo tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024. Grafico ed elaborazione di Marco Barella.

Lo sciame meteorico delle Geminidi assieme a quello delle Perseidi è fra gli sciami più consistenti di ogni anno. Purtroppo cade in un periodo dell'anno in cui maltempo e freddo disincentivano ai più l'osservazione.

Le Geminidi sono attive ogni anno dal 3 al 19 dicembre con il picco massimo tra il 13 e il 14 dicembre. La frequenza nel momento di massima attività si aggira attorno alle 100/120 meteore orarie. La caratteristica è la rapidità del passaggio del picco massimo che avviene in poche ore, oltre alla caratteristica lentezza e luminosità nello sfrecciare attraverso la volta celeste. Questo sciame è relativamente giovane infatti fu osservato per la prima volta nel 1862 ed è stato associato all'asteroide di nome 3200 Phaethon di diametro pari a 5,1 km., scoperto l'11 ottobre 1983. Caso insolito fra gli sciami, perché quasi tutti sono frutto dell'incontro fra la Terra e le nubi di detriti, rilasciati lungo l'orbita di comete che intersecano il percorso della Terra. Nel caso delle Geminidi invece il responsabile risulta essere un asteroide, ma recenti studi hanno ipotizzato che possa trattarsi di un nucleo cometario esaurito visto il periodo di rivoluzione attorno al Sole di 1,4 anni e la forte eccentricità orbitale tipica di una cometa.

 

Il radiante delle Geminidi è il punto di origine apparente dello sciame meteorico.

 

Questa notte, tra oggi 13 e domani 14 dicembre alle ore 2:30 circa del mattino potremmo ammirare il picco massimo (stimato 100/120 meteore all'ora) con lente, luminose e bianche scie solcare il nostro cielo. Potremmo vederle agevolmente perché il radiante d'ingresso si trova proiettato nella costellazione dei Gemelli a qualche grado N/O della stella Castore la più luminosa dei gemelli e raggiungerà gli 80° di altezza sull'orizzonte nel cuore della notte. Particolarmente favorevole è la visibilità quest'anno, vista l'assenza del chiarore lunare.

Curiosità, dal 1862 la quantità di meteore osservate è cresciuto, infatti dalle iniziali 20/50 meteore orarie, si è passate alle attuali 100/120 ma si ritiene che entro un centinaio di anni la nube si esaurira' estinguendo del tutto le Geminidi.

Sperando nella clemenza del meteo, lo spettacolo è garantito.

Marco Barella
 

Grafico della frequenza oraria delle meteore avvistate nel passaggio del 2015, credit: International Meteor Organization.