L'equinozio d'autunno segna il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto annuale apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione Ω, in questo caso intermedio e perpendicolare all'equatore.

Di ZetaZeti di Wikipedia in italiano, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10503658

(Fonte: ZetaZeti di Wikipedia in italiano, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10503658)

 

Nella mattina del 23 settembre inizia l'autunno astronomico e quindi il Sole si troverà ad un'altezza massima giornaliera di 45° rispetto l'orizzonte, corrispondente alla meta' tra l'orizzonte e il punto a noi perpendicolare detto zenit.

 

By Tauʻolunga - Own work, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=943732

(Fonte: Tauʻolunga - Own work, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=943732)

 

Da quel momento entreremo nella stagione autunnale a tutti gli effetti, perché già il primo di settembre eravamo entrati in quella meteorologica. Il momento esatto dell'equinozio d'autunno 2023, sarà al mattino alle ore 08.50 ora italiana (legale) del 23 settembre. Dal giorno 17 il Sole è entrato nella costellazione della Vergine raggiungendo domani il massimo decremento giornaliero di luce diurna.

Questo sarà il momento esatto in cui il giorno e la notte avranno la stessa durata. Domani 23 a Rovigo il Sole sorgerà alle 7:00, culminerà al meridiano (punto più alto) alle 13:05 e andrà a tramontare alle ore 19:10, per una durata complessiva d'irraggiamento pari a ore 12:10.
Marco Barella
BUON AUTUNNO

Il Sole ripreso il 19 settembre 2023 da Marco Barella

POESIE SULL'AIA... per riveder le stelle.

Sabato 9 settembre 2023

Organizzato dall'Azienda Agricola Ghirotto a Bornio di Villanova del Ghebbo.

 

Bellissimo pomeriggio e serata all'insegna della poesia e del cielo, attraverso i miti e i telescopi.

Dopo un pomeriggio speciale ad ascoltare poesie e riflessioni poetiche di eccellenti autori, intercalati da brani musicali magistralmente eseguiti, immersi nella bellezza della natura all'interno di un vigneto ai margini di un'aia dai sapori ottocenteschi, cala la sera e si accendono le stelle.

Il passo dalla poesia ai miti è breve ed Enzo Bellettato assieme a Riccardo Longato del Gruppo Astrofili Polesani presentano le costellazione tipiche di questa stagione con il fascino di un racconto fra avventura e fantasy: da Andromeda al Pegaso, da Cassiopea al Perseo, dall'Orsa Maggiore al Triangolo Estivo. Un viaggio tra gli astri che si concretizza per tutti nella visione attraverso il telescopio con la guida di Marco Barella e Moreno Marzolla.

Grazie agli strumenti posizionati sull'aia per l'occasione speciale, il pubblico ha potuto osservare le perle cosmiche che il nostro cielo ci offre. Oggetti del profondo cielo visibili nel loro splendore come M13, un meraviglioso ammasso globulare di stelle nella costellazione d'Ercole; M57, una piccola nebulosa planetaria resti di un'antica stella simile al Sole nella Lira; M31, conosciuta come la Galassia di Andromeda; M45, un ammasso aperto di stelle più noto come le Pleiadi, senza trascurare i nostri vicini siderali Saturno e Giove in grado di emozionare ogni volta li si osservi.

Una meravigliosa serata tra arte mito e scienza.

 

Gruppo Astrofili Polesani

M. Barella

 

 

Sabato 9 settembre 2023 a partire dalle ore 17:30 il Gruppo Astrofili Polesani parteciperò all'ottavo incontro di lettura "Poesie sull'Aia" presso l'azienda agricola Ghirotto in via Colombara 13, Bornio di Villanova del Ghebbo (RO).

Dopo il tramonto volgeremo lo guardo al cielo, e i visitatori potranno osservare le meraviglie dell'universo al telescopio sotto la guida dei nostri divulgatori.

Video promozionale dell'evento

 

 

Vi aspettiamo!

 

Gruppo Astrofili Polesani

"Spaziando" d'estate

25 agosto 2023 ore 21:30

 

Come abbiamo visto il bosone di Higgs? E come faremo a vedere segnali  di nuova fisica?

 

Mia Tosi
 

 

 

Venerdì 25 agosto 2023 alle ore 21.30 prosegue il ciclo di incontri "Spaziando", in cui esperti e studiosi di fama internazionale illustreranno le ultime novità e le più recenti scoperte astronomiche. In questo incontro avremo come ospite Mia Tosi che ci parlerà della scoperta del Bosone di Higgs e delle sue implicazioni nella vita di tutti i giorni.

In questa presentazione faremo una chiacchierata per immergerci nel mondo della ricerca di base nel campo delle interazioni fondamentali fra le particelle elementari che unisce ricercatori da tutto il mondo al CERN a Ginevra. Parlare della scoperta del bosone di Higgs e delle sue proprietà, da un lato permette di comprendere la struttura e gli scopi degli esperimenti della fisica delle particelle, e dall'altro è un modo per mostrare come la ricerca fondamentale comporti avanzamenti tecnologici in molti altri campi di cui tutti beneficiamo.

Mia Tosi è Ricercatrice presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, associata INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), membro ordinario dell'Accademia dei Concordi e socia onoraria del Gruppo Astrofili Polesani. Dal 2008 fa parte della collaborazione CMS, uno degli esperimenti che nel 2012 hanno scoperto il bosone di Higgs. Si occupa della presa dati, dello sviluppo di tecniche di ricostruzione delle traiettorie delle particelle. Ha partecipato all'analisi dei dati per lo studio del bosone di Higgs e a ricerche di produzione di Materia Oscura.

La  conferenza si terrà presso il giardino dell'osservatorio astronomico "Vanni Bazzan" in via Sinesio Cappello 12, S. Apollinare (RO) (link alla mappa)

Ingresso gratuito ad offerta libera.

Per informazioni è possibile chiamare il numero 351 6819943 (attivo ogni giorno dalle 19:00 in poi); è anche possibile inviare un messaggio Whatsapp allo stesso numero.

Vi aspettiamo numerosi

 

Locandina dell'evento:

 

 


 Alcune foto della conferenza di Mia Tosi:

 

 

 

 

 

 

 

NASA / JPL / Space Science Institute

L'apertura al pubblico di venerdì 18 agosto 2023 è iniziata con una mini-conferenza sulle nebulose planetarie. Nonostante il nome, le nebulose planetarie non hanno nulla a che fare con i pianeti: sono state chiamate in questo modo dall'astronomo William Herschel, che attraverso il suo telescopio le vedeva come piccoli oggetti tondeggianti, simili a pianeti dai bordi sfumati. Herschel era ben consapevole che non fossero pianeti, ma il nome "nebulosa planetaria" è rimasto.

Una nebulosa planetaria è ciò che resta dopo la morte di una stella poco più grande del nostro Sole; il residuo della stella che l'ha prodotta rimane al centro sotto forma di nana bianca.

Per saperne di più sulle nebulose si può fare riferimento a questo video:

 

Al termine della presentazione, il pubblico è stato accompagnato nella cupola del telescopio principale e sulla terrazza osservativa. Il protagonista della serata è stato Saturno, il "signore degli anelli" e sesto pianeta in ordine di distanza dal sole.

 

Saturno

Saturno (NASA / JPL / Space Science Institute Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7228953)

 

Saturno è il secondo pianeta più grande del sistema solare, dopo Giove. Ha un diametro di 116000 Km (poco più di 9 volte quello della Terra), e orbita il Sole ad una distanza media di 1400 milioni di Km, impiegando più di 29 anni terrestri a compiere un'orbita. Nonostante le sue dimensioni, Saturno è il pianeta meno denso del sistema solare: la sua densità media è inferiore a quella dell'acqua, per cui resterebbe a galla se si potesse immergere in una enorme bacinella (sarebbe tuttavia impossibile immergerlo per davvero nell'acqua, perché Saturno è composto di gas).

La struttura più evidente di Saturno è il sistema di anelli che si estende fino a 120000 Km dalla superficie. Nonostante la loro dimensione, lo spessore medio degli anelli è di appena 20 metri. Gli anelli di Saturno non sono un corpo unico, ma sono composti da particelle di ghiaccio le cui dimensioni vanno da pochi centimetri a 10 metri.

Il telescopio principale dell'osservatorio mostra chiaramente gli anelli e le bande atmosferiche più scure prodotte dalla circolazione dei gas nell'atmosfera. Saturno ha moltissimi satelliti naturali (ce ne sono 146 a cui è stato attribuito un nome, più un numero imprecisato di corpi troppo piccoli perché valga la pena assegnare loro una denominazione). Il più grande di essi, Titano, è visibile anche con un telescopio amatoriale. Titano è stato osservato per primo dall'astronomo olandese Christiaan Huygens nel 1655, ed è più grande della nostra Luna e perfino del pianeta Mercurio. Titano è 'unico satellite del sistema solare avvolto da una densa atmosfera. 

 

Titano

Titano (NASA/JPL-Caltech/SSI/Kevin M. Gill - File:Titan - December 16 2011, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=125680346)

 

La serata è proseguita con l'osservazione di alcuni oggetti dello spazio profondo. Siamo partiti da alcune classiche stelle doppie, come Albireo nella costellazione del Cigno, e Alcor e Mizar nella costellazione dell'Orsa Maggiore, e la stella Polare nella costellazione dell'Orsa Minore.

Albireo è un sistema stellare le cui componenti visibili hanno colori contrastanti (azzurro e giallo dorato), il che lo rende uno dei sistemi multipli preferiti dagli astrofili. Le due componenti principali possono essere separate già con un binocolo o con un piccolo telescopio. Alcor e Mizar costituiscono una "doppia visuale", nel senso che sono due sistemi stellari che non sono legati gravitazionalmente tra loro. Mizar è a sua volta un sistema multiplo le cui componenti principali Mizar A e B possono essere separate con un telescopio. Infine, pochi sanno che anche la stella Polare è un sistema multiplo composto da tre componenti (Polaris Aa/Ab, Polaris B) di cui Aa è la componente principale che vediamo anche a occhio nudo, e Polaris B è sufficientemente separata da essere osservabile al telescopio come un debole puntino in prossimità di Aa.

 

Albireo Mizar e Alcor Polaris

Da sinistra a destra: Albireo (Palomar Observatory/STScI/WikiSky - WikiSky.org, ritaglio eseguito con lo snapshot tool, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4346630); Mizar e Alcor (Martin Baessgen - http://www.martin-x.de/astro/astro_dsv.html, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1535724); Polaris (NVN271 - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98547232), Polaris B è il puntino debole in basso

 

L'obbiettivo successivo è stata la galassia di Andromeda, nella costellazione omonima.

 

Galassia di Andromeda

Messier 31-Galassia di Andromeda (Adam Evans - M31, the Andromeda Galaxy now with h-alpha Uploaded by NotFromUtrecht, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12654493)

 

Come tutte le serate estive prive di Luna, non può mancare un'occhiata alla Nebulosa ad Anello nella costellazione della Lira. La Nebulosa ad Anello (Messier 57) è una nebulosa planetaria distante 2000 anni luce e situata nella costellazione della Lira. Si tratta di un oggetto molto esteso, dato che ha un diametro di circa due anni luce (un anno luce è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un anno; muovendosi alla velocità di circa 300000 Km/s, la luce percorre in un anno più di 9000 miliardi di Km!). La Nebulosa ad Anello prende il nome dalla sua forma ad anello, con la parte centrale un po' più scura. Questa forma è in realtà un aspetto dovuto alla prospettiva da cui la osserviamo.

 

Nebulosa ad anello

Messier 57-Nebulsa ad Anello (The Hubble Heritage Team (AURA/STScI/NASA) - Questo file è stato ricavato da un'altra immagine, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6624572)

 

La serata si è conclusa con l'osservazione di un ammasso aperto poco conosciuto ma molto interessante nella costellazione di Cassiopea: NGC 457, detto anche "ammasso della libellula" o "ammasso civetta". Uno dei nostri soci l'ha ribattezzato "ammasso omino che saluta" perché, visto al telescopio, ha l'inconfondibile sagoma di un omino stilizzato con un braccio alzato in segno di saluto.

 

NGC 457 ammasso della libellula

NGC 457-ammasso della libellula (Gabbygall - File:NGC457WIKI.jpg, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95013289)

 

 

Meteor Shower

Il Gruppo Astrofili Polesani ha organizzato tre serate aperte al pubblico nei giorni 11-12-13 Agosto 2023 a partire dalle ore 21:30 in occasione delle "stelle cadenti" delle Perseidi.

La serata di venerdì 11 agosto 2023 vedrà protagonista Roberto Ragazzoni con una presentazione dal titolo: "Alla scoperta di nuove terre". Roberto Ragazzoni è professore ordinario di Astronomia all'Università di Padova e direttore dell'INAF di Padova. Membro dell'Accademia dei Concordi e dell'Accademia dei Lincei. È stato vincitore del premio “Wolfgang Pauli” nel 2002 e del Premio Feltrinelli nel 2016. Esperto mondiale di ottica adattiva, è responsabile dei telescopi a bordo dei satelliti PLATO e CHEOPS. È tra i soci fondatori del Gruppo Astrofili Polesani e direttore scientifico dell'Osservatorio astronomico "Vanni Bazzan".

Nella serata di sabato 12 agosto 2023 avremo come ospite Vincenzo Schettini con una presentazione su "La Fisica Che Ci Piace". Vincenzo Schettini è un fisico, un musicista, un prof influencer. Insegna fisica nelle scuole superiori, divulgandola contemporaneamente online sotto lo pseudonimo di La Fisica Che Ci Piace, superando ad oggi un milione e mezzo di follower complessivi con i canali Youtube, TikTok, Instagram, Spotify e Facebook, rendendo la sua materia accessibile a tutti e insaporendo le lezioni con un tocco puramente personale.

Infine, la serata conclusiva di domenica 13 agosto 2023 sarà dedicata unicamente all'osservazione delle Perseidi e degli altri oggetti della volta celeste con la guida dei nostri divulgatori. Per tutti gli eventi sarà a disposizione l'intera area giardino e il campo golf dove i visitatori saranno invitati a sdraiarsi con un loro telo per ammirare il passaggio delle stelle cadenti.

Per tutte le serate è necessario portare un telo o asciugamano perché ci sdraieremo sull'erba.
Le serate non necessitano di prenotazione e sono ad entrata libera.
L'Osservatorio si trova in via Sinesio Cappello 12 nella frazione di S. Apollinare (RO).

 
Vi aspettiamo!
 
Cieli sereni
 
Inquinamento luminoso nella pianura padana (Di Nordavind - opera propria, Copyrighted free use)

Il cielo notturno è una delle poche cose di cui l'umanità ha sempre goduto. Gli antichi passavano molto più tempo di noi a osservare il cielo, e grazie alle loro osservazioni è nata la moderna astronomia. Fino a epoche recenti, chiunque poteva ammirare la volta celeste e provare meraviglia per ciò che vedeva.

Tutto questo rischia di diventare un lontano ricordo, almeno per la maggior parte di noi. Il ricorso massiccio e incontrollato all'illuminazione artificiale sta rendendo il cielo stellato una merce sempre più rara. Dai nostri centri urbani si possono osservare a occhio nudo solo una decina di stelle brillanti, oltre alla luna e i pianeti; il resto delle meraviglie del cosmo ci sono precluse, a meno di spostarsi in luoghi bui, sempre più rari e lontani dalle città (e quindi scomodi da raggiungere).

 

Effetti dell'inquinamento luminoso Mappa dell'inquinamento luminoso in Europa nel 1996

A sinistra: in zone buie le nuvole appaiono scure rispetto al cielo di sfondo; in presenza di inquinamento luminoso, le nuvole brillano a causa della luce riflessa (Christopher Kyba and Ray Stinson, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16062780). A destra: mappa dell'inquinamento luminoso in Europa nel 1996-1997 (Albester, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35812140)

 

In concreto, l'inquinamento luminoso consiste in una luminosità di fondo che forma delle "cupole" di chiarore in corrispondenza di centri urbani o altre aree a forte illuminazione (es., parcheggi, centri sportivi, aree industriali, ecc.). Una corretta illuminazione è utile e importante; tuttavia, è altrettanto importante evitare sprechi di energia e limitare l'impatto sulla natura.

L'inquinamento luminoso produce danni economici e ambientali che interessano tutti, non solo chi (per lavoro o per passione) osserva il cielo notturno. L'osservatorio astronomico "Vanni Bazzan" fa parte di una rete per il rilevamento dell'inquinamento luminoso grazie al supporto dell'associazione "Veneto Stellato" che ha fornito un sensore professionale (Unihedron SQM-LE) installato sul tetto e protetto all'interno di un contenitore stagno. 

 

Il sensore per il monitoraggio dell'inquinamento luminoso nella scatola protettiva sul tetto dell'osservatorio "Vanni Bazzan"

 

Il sensore è puntato verso lo zenit e misura la brillanza del cielo notturno. Grazie a software appositamente sviluppato dal Gruppo Astrofili Polesani, i dati vengono raccolti e inviati periodicamente all'ARPAV che successivamente li rende pubblicamente visibili su questa pagina.

Il Gruppo Astrofili Polesani fornisce in questo modo il proprio contributo per sostenere l'importanza di una corretta illuminazione pubblica e privata, coniugando comfort e sicurezza con la tutela di un bene comune spesso sottovalutato: il cielo stellato.