Quanto dista la Luna dalla Terra? Quanto è grande il Sole? Quanto è grande la Via Lattea? Di queste domande conosciamo le risposte in modo abbastanza preciso: la Luna dista 380000 km dalla Terra (in realtà la distanza varia, perché l'orbita della Luna è ellittica); il Sole ha un raggio all'equatore di circa 594000 km; il disco galattico della Via Lattea ha un diametro di 87000 anni luce.
I numeri però non raccontano tutta la storia, perché sono talmente grandi che facciamo fatica a renderci conto delle proporzioni. Quanto è grande il Sole rispetto alla Terra? Quanto è grande il sistema solare rispetto al Sole? Quanto è grande la Via Lattea rispetto al sistema solare?
Abbiamo già affrontato la questione in occasione di una precedente apertura al pubblico. Nella mini-conferenza introduttiva abbiamo affrontato nuovamente il problema delle dimensioni su scala astronomica da un punto di vista diverso. Il titolo della presentazione è stato "l'Universo in tasca", perché tutto è stato incentrato su una moneta da 2€.
Supponiamo che la Terra sia grande come una moneta da 2€. Su questa scala, quanto disterebbe la Luna? 1 metro? 10 metri? 100 metri? Quanto sarebbe grande il Sole se la Terra fosse una moneta da 2€? 1 metro, 10 metri, 100 metri?
Il gioco prosegue su scale più grandi. Supponiamo che il Sole sia grande come una moneta da 2€. Quanto sarebbe grande il sistema solare, inteso come l'orbita del pianeta più esterno (Nettuno)?
Se l'orbita di Nettuno fosse grande come una moneta da 2€, quanto sarebbe grande la Via Lattea?
Infine, se la Via Lattea fosse grande come una moneta da 2€, quanto disterebbe la galassia di Andromeda, che nella realtà dista 2 milioni e mezzo di anni luce?
Al termine della presentazione, i visitatori hanno potuto osservare alcuni interessanti oggetti celesti sotto la guida dei nostri soci. Per cominciare, i telescopi sono stati puntati verso la Luna e il pianeta Venere. In questi giorni la Luna risulta illuminata circa per il 35%. Anche il pianeta Venere, avendo un'orbita interna a quella della Terra (è più vicino al Sole) presenta una fase, anch'esso è illuminato per circa il 36%
In seguito, l'osservazione si è spostata verso due sistemi stellari multipli: Alcor e Mizar nella costellazione dell'Orsa Maggiore, e Albireo nella costellazione del Cigno. Alcor e Mizar costituiscono la seconda stella del "manico" dell'asterismo del "grande carro". Mizar può essere separata in due componenti (Mizar A e Mizar B), che a loro volta sono composte da coppie di stelle che però sono troppo vicine per essere separate con strumenti amatoriali. Albireo è una stella doppia le cui componenti hanno colori diversi, e come tale è uno degli obbiettivi preferiti dagli astrofili.
A dinistra: Alcor e Mizar A/B (Nikolay Nikolov - Own work, CC BY-SA 4.0,); a destra: Albireo A/B (Hewholooks - Own work, CC BY-SA 3.0).
Successivamente, l'attenzione si è spostata verso due costellazioni tipicamente estive: lo Scorpione e il Sagittario, che nella figura che segu8e occupano la parte bassa al centro (il Sagittario a sinistra, lo Scorpione a destra).
Alle nostre latitudini queste due costellazioni restano sempre basse sull'orizzonte e sono visibili solo durante l'estate, per cui risultano spesso "annegate" nell'inquinamento luminoso che si vede in lontananza. In più, la luce delle stelle che le compongono deve attraversare molta più atmosfera rispetto alle stelle che si trovano allo zenit (cioè sulla verticale di chi osserva), risultando estremamente deboli al punto da essere visibili solo attraverso un telescopio, tranne che in condizioni eccezionalmente buone (che in pianura Padana, purtroppo, si verificano molto raramente).
Nonostante questo, è stato possibile osservare l'ammasso globulare M4 nella costellazione dello Scorpione, e la Nebulosa Laguna nella costellazione del Sagittario. È sempre fonte di soddisfazione poter mostrare ai visitatori che non servono strumenti super-potenti per ammirare oggetti celesti distanti migliaia di anni luce da noi. È comunque sempre utile ricordare che l'osservazione visuale attraverso un telescopio sarà sempre molto diversa dalle foto degli oggetti celesti che si trovano in rete perché l'occhio umano funziona in maniera diversa rispetto alle fotocamere. In particolare, gli oggetti celesti appaiono molto più piccoli e deboli.
A sinistra: l'ammasso globulare M4 (ESO Imaging Survey - https://www.eso.org/public/usa/images/eso1235a/, CC BY 4.0); a destra: M8, la Nebulosa Laguna (ESO/VPHAS+ team - http://www.eso.org/public/images/eso1403a/, CC BY 4.0). Queste immagini sono state riprese con apparecchiature fotografiche sofisticate; la visione a occhio nudo attraverso al telescopio è molto diversa da così.