Cosa ci fanno due barattoli di sabbia in un osservatorio astronomico?
La serata di venerdì 7 aprile 2023 si è presentata fin da subito problematica, con nuvole sparse e il resto del cielo pesantemente velato. Prima che la Luna si fosse alzata sull'orizzonte, le nuvole si sono trasformare in una coltre uniforme che ha reso impossibile l'osservazione.
Nell'attesa (o meglio, nella speranza...) che le condizioni migliorassero. abbiamo parlato degli ammassi stellari usando i consueti "potenti mezzi a nostra disposizione": due barattoli di sabbia, appunto.
Gli ammassi globulari sono regioni sferiche di spazio, del diametro variabile da qualche decina a qualche centinaio di anni-luce, che possono arrivare a contenere milioni di stelle, tipicamente molto vecchie. Gli ammassi globulari sono quindi degli immensi "palloni di stelle"; i più grandi sono visibili anche con un telescopio modesto e appaiono come delle macchioline debolmente luminose di forma circolare dai bordi sfumati. Le foto dei telescopi spaziali riescono a vedere le singole stelle che compongono l'ammasso. Se le stelle fossero granelli di sabbia, il barattolo più grande, del peso di circa 1 Kg, conterrebbe le stelle presenti in un ammasso globulare come ad esempio M14 nella costellazione dell'Ofiuco. Facendo le giuste proporzioni, la sabbia risulterebbe sparpagliata all'interno di una sfera di quasi 35km di raggio! Di conseguenza, la densità media di stelle in un ammasso è molto bassa, anche se naturalmente è maggiore al centro rispetto alla periferia.
Gli ammassi aperti contengono al massimo qualche centinaio di stelle, spesso di recente formazione, che tendono ad essersi formate dalla stessa nube di gas e polveri. Al telescopio appaiono come un gruppo di stelle brillanti e molto disperse, che in alcuni casi illuminano i resti della nube di gas che le ha formate. Se le stelle fossero granelli di sabbia, quelle contenute nell'ammasso del Presepe nella costellazione del Cancro peserebbero in tutto mezzo grammo, e sarebbero sparpagliate in un raggio di circa 15km. Da questi semplici esperimenti possiamo capire come in realtà gli ammassi stellari siano molto meno densi di come appaiano nelle fotografie astronomiche.
Foto di Raffaella Stoppa e Marco Barella
A sorpresa, verso mezzanotte le condizioni meteo sono migliorate, e i pochi visitatori rimasti hanno potuto osservare la Luna attraverso il telescopio principale, tra una nuvola e l'altra. In più, usando uno degli strumenti portatili di nuova acquisizione, è stato possibile osservare alcuni degli ammassi stellari descritti durante la mini-conferenza di inizio serata: l'ammasso globulare M3 nella costellazione dei Cani da Caccia, e l'ammasso aperto M44 (detto anche Ammasso Alveare o Ammasso del Presepe) nella costellazione del Cancro.
A sinistra: ammasso globulare M3 nella costellazione dei Cani da Caccia (Adam Block/Mount Lemmon SkyCenter/University of Arizona, CC BY-SA 3.0 US); a destra, ammasso aperto M44 nella costellazione del Cancro (Fried Lauterbach, CC BY-SA 4.0).