Inquinamento luminoso nella pianura padana (Di Nordavind - opera propria, Copyrighted free use, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=120945914)

Il cielo notturno è una delle poche cose di cui l'umanità ha sempre goduto. Gli antichi passavano molto più tempo di noi a osservare il cielo, e grazie alle loro osservazioni è nata la moderna astronomia. Fino a epoche recenti, chiunque poteva ammirare la volta celeste e provare meraviglia per ciò che vedeva.

Tutto questo rischia di diventare un lontano ricordo, almeno per la maggior parte di noi. Il ricorso massiccio e incontrollato all'illuminazione artificiale sta rendendo il cielo stellato una merce sempre più rara. Dai nostri centri urbani si possono osservare a occhio nudo solo una decina di stelle brillanti, oltre alla luna e i pianeti; il resto delle meraviglie del cosmo ci sono precluse, a meno di spostarsi in luoghi bui, sempre più rari e lontani dalle città (e quindi scomodi da raggiungere).

 

Effetti dell'inquinamento luminoso Mappa dell'inquinamento luminoso in Europa nel 1996

A sinistra: in zone buie le nuvole appaiono scure rispetto al cielo di sfondo; in presenza di inquinamento luminoso, le nuvole brillano a causa della luce riflessa (Christopher Kyba and Ray Stinson, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16062780). A destra: mappa dell'inquinamento luminoso in Europa nel 1996-1997 (Albester, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35812140)

 

In concreto, l'inquinamento luminoso consiste in una luminosità di fondo che forma delle "cupole" di chiarore in corrispondenza di centri urbani o altre aree a forte illuminazione (es., parcheggi, centri sportivi, aree industriali, ecc.). Una corretta illuminazione è utile e importante; tuttavia, è altrettanto importante evitare sprechi di energia e limitare l'impatto sulla natura.

L'inquinamento luminoso produce danni economici e ambientali che interessano tutti, non solo chi (per lavoro o per passione) osserva il cielo notturno. L'osservatorio astronomico "Vanni Bazzan" fa parte di una rete per il rilevamento dell'inquinamento luminoso grazie al supporto dell'associazione "Veneto Stellato" che ha fornito un sensore professionale (Unihedron SQM-LE) installato sul tetto e protetto all'interno di un contenitore stagno. 

 

Il sensore per il monitoraggio dell'inquinamento luminoso nella scatola protettiva sul tetto dell'osservatorio "Vanni Bazzan"

 

Il sensore è puntato verso lo zenit e misura la brillanza del cielo notturno. Grazie a software appositamente sviluppato dal Gruppo Astrofili Polesani, i dati vengono raccolti e inviati periodicamente all'ARPAV che successivamente li rende pubblicamente visibili su questa pagina.

Il Gruppo Astrofili Polesani fornisce in questo modo il proprio contributo per sostenere l'importanza di una corretta illuminazione pubblica e privata, coniugando comfort e sicurezza con la tutela di un bene comune spesso sottovalutato: il cielo stellato.